
Capire lo staking di Ethereum: come funziona, vantaggi e rischi
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Che cos’è lo staking di Ethereum?
Data la loro natura decentralizzata, le blockchain necessitano di un sistema per garantire che l’intera rete sia allineata sullo stato attuale del registro. Per raggiungere questo scopo, utilizzano un meccanismo di consenso che determina come vengono elaborate le transazioni e incoraggia i partecipanti e seguire le regole. I due principali meccanismi sono il Proof of Work (PoW), utilizzato da 191 protocolli, tra cui Bitcoin e Litecoin, e il Proof of Stake (PoS), utilizzato da 90 protocolli, il più importante dei quali è Ethereum.
Ethereum è passato dal PoW al PoS nel 2022, un avvenimento che la comunità delle criptovalute ha soprannominato il Merge. Uno degli obiettivi della transizione era migliorare la sua efficienza energetica. L’elaborazione delle transazioni PoW richiede una grande quantità di potenza di calcolo, mentre un software PoS equivalente può essere eseguito su un computer portatile. Si stima che il Merge abbia ridotto il consumo energetico del 99,95%.
Un altro motivo era la scalabilità. Una delle ragioni per cui Ethereum è più veloce di Bitcoin è che la selezione dei validatori richiede meno tempo rispetto alla risoluzione dei complessi problemi matematici coinvolti nel PoW. Ad agosto 2025, il numero di transazioni che era in grado di elaborare al secondo (21,4) era oltre il doppio rispetto a Bitcoin (9,16).
Il PoS richiede ai partecipanti della rete, noti come validatori, di depositare o mettere in “staking” dei fondi per avere il diritto di elaborare le transazioni. Nel caso di Ethereum, lo stake minimo è di 32 ether, del valore di 116.637 € (ad agosto 2025). La rete nomina una nuova serie di validatori per ogni “slot” di 12 secondi utilizzando un generatore di numeri casuali chiamato RANDAO:
Il proposer di blocchi è responsabile della compilazione delle transazioni e di raccomandare alla rete di aggiungerle al blocco successivo.
Gli attester, generalmente 128, confermano la validità di ogni blocco.
I comitati di sincronizzazione si assicurano che ciascun partecipante abbia la versione più recente del registro.
Come funziona concretamente lo staking di Ethereum?
Prima che i validatori possano partecipare alla rete, devono inviare lo stake minimo di 32 ether allo smart contract di deposito ed eseguire il software necessario (client di esecuzione e client di consenso). A questo punto il validatore viene inserito in una lista di attivazione per limitare la velocità con cui i validatori si uniscono alla rete. La durata della lista è variabile, ma ad agosto 2025 corrispondeva a cinque ore.
Per spiegare come funziona lo staking, partiamo dall’inizio della transazione. Un utente apre il proprio portafoglio digitale e inoltra una richiesta per inviare token a un altro portafoglio. La rete conferma che il mittente dispone di fondi sufficienti e aggiunge la transazione a una pool di transazioni in sospeso chiamata mempool.
Il proposer di blocchi utilizza il client di esecuzione per raggruppare ed eseguire le transazioni e il client di consenso per creare il blocco. Ciascun blocco contiene numerose informazioni, tra cui l’identità del proposer e degli attester, oltre a una lista di penalità emesse.
Il blocco viene poi trasmesso alla rete e gli attester utilizzano i propri client di esecuzione per elaborare nuovamente le transazioni e confermarne la validità. In caso affermativo, il proposer raccomanda l’aggiunta del blocco alla catena. Tuttavia, la “finalizzazione” (quando la transazione diventa irreversibile) viene raggiunta solo se i validatori che detengono complessivamente due terzi dell’importo totale di ether in staking concordano sullo stato della blockchain tra due “traguardi” o checkpoint che si verificano ogni 32 slot (noti come epoca).
I meccanismi di consenso giocano un ruolo importante anche nella sicurezza della rete. Se un validatore controllasse il 33% degli ether totali in staking, potrebbe impedire la finalizzazione; con il 51% potrebbe censurare le transazioni future; e con il 66% potrebbe annullare le transazioni. Tuttavia, questi attacchi sono altamente improbabili a causa del costo elevato: ad agosto 2025 il valore totale degli ether in staking ammontava a 131 miliardi di euro (attaccare Bitcoin sarebbe più economico). Inoltre, i validatori onesti possono eliminare i malintenzionati e annullare il loro stake.
Ricompense di staking di Ethereum: rendimenti e modalità di calcolo
Ethereum incentiva i validatori a partecipare alla rete corrispondendo tre tipi di ricompense.
1) Alla fine di ogni epoca, i proposer di blocchi e gli attester ricevono una ricompensa per il consenso, in cambio dei servizi da loro forniti. Dato che ogni validatore ricopre il ruolo di attester durante un’epoca, queste ricompense sono le più regolari e rappresentano la maggior parte del reddito di un validatore.
I validatori possono essere penalizzati per essere offline o per non aver adempiuto ai propri obblighi. Un attester, per esempio, non solo perde la ricompensa, ma la rete deduce l’importo equivalente dal suo stake. Per violazioni più gravi, come proporre due blocchi diversi nello stesso slot, sono previste sanzioni più severe, come lo slashing, che può comportare la rimozione di un validatore dalla rete e la perdita del suo stake.
2) La rete compensa anche i membri dei comitati di sincronizzazione. Si tratta di ricompense sostanziose ma poco frequenti, rappresentando quindi una quota relativamente ridotta del rendimento di un validatore.
Il valore delle ricompense per il consenso o per i comitati di sincronizzazione dipende dalla ricompensa base, calcolata utilizzando il saldo del validatore e l’importo totale di ether in staking. Tiene inoltre in considerazione le attività del validatore: ricoprendo i ruoli di proposer di blocchi, attester e comitato di sincronizzazione, il validatore ottiene l’intera ricompensa base, ma per ogni ruolo che non ricopre ne perderà una parte.
3) Le ricompense per l’esecuzione variano a seconda del volume delle transazioni. Queste si presentano sotto forma di mance che gli utenti pagano (oltre alle gas fee) per aumentare la probabilità che la propria transazione venga aggiunta al prossimo blocco, oppure sotto forma di valore massimo estraibile (MEV), che i validatori guadagnano per omettere o riordinare delle transazioni. Terze parti, i cosiddetti “searcher”, identificano le opportunità MEV, ad esempio anticipando un’operazione redditizia o applicando commissioni di liquidazione quando la garanzia di un mutuatario subisce fluttuazioni, costringendo la piattaforma di prestito a venderla.
Portafogli e piattaforme per iniziare a fare staking
Per iniziare a fare staking occorre detenere una quantità di ether in un portafoglio digitale compatibile con Ethereum. Esistono due tipi di portafogli: gli hot wallet, come MetaMask, che sono connessi a internet e sono pertanto comodi ma vulnerabili agli attacchi hacker; e i cold wallet, come Ledger, che sono offline e, quindi, sono considerati più sicuri.
Ci sono diversi modi per partecipare allo staking.
Il primo è affrontarlo individualmente, quello che Ethereum definisce “home staking”, a cui abbiamo accennato in precedenza. Ricapitolando, ciò comporta il deposito di 32 ether e la configurazione di un validatore da zero. Lo staking individuale permette ai partecipanti di guadagnare ricompense direttamente dal protocollo e, in definitiva, contribuire alla decentralizzazione della rete, perché il numero di validatori aumenta. Detto questo, il costo elevato e le competenze tecniche necessarie rappresentano un ostacolo significativo.
L’altra possibilità è quella di utilizzare un servizio di staking, che affida a terzi la gestione del validatore. Questi servizi permettono di superare gli ostacoli tecnici e aiutano gli utenti a guadagnare ricompense. Tuttavia, richiedono comunque uno stake minimo di 32 ether e il fornitore di servizi addebita una commissione. Inoltre, se il fornitore viene punito per aver infranto le regole, gli utenti potrebbero perdere parte del loro staking. stakefish, per esempio, è un servizio di staking autorizzato a operare in Germania.
Un’altra soluzione sono le staking pool. Queste pool combinano i fondi degli utenti che non possono permettersi lo stake minimo e gestiscono i validatori per loro conto, condividendo le ricompense in proporzione all’entità del deposito di ciascun utente. Il principale vantaggio di questa soluzione è che rende la partecipazione alla rete molto più accessibile. Ci sono poi alcuni pool come Lido che offrono il liquid staking, emettendo token che rappresentano gli ether messi in staking (stETH nel caso di Lido). I possessori di questi token possono usarli altrove, ad esempio all’interno di app di finanza decentralizzata. Tuttavia, le pool rendono la rete più centralizzata perché un piccolo gruppo di persone controlla una quota maggiore degli ether totali in staking (ad agosto 2025 Lido ne controllava quasi un quarto). Alcuni exchange di criptovalute, tra cui Coinbase, permettono di effettuare lo staking direttamente dai propri account.
Infine, gli investitori possono esporsi allo staking di Ethereum attraverso degli Exchange-Traded Product (ETP) che vengono negoziati sulla piattaforma Xetra. Questi prodotti possono essere inseriti in un portafoglio insieme ad asset tradizionali come azioni e obbligazioni e contribuirne alla performance complessiva. I CoinShares Physical Ethereum Staked ETP sono completamente coperti da ether conservati da Komainu, un custode istituzionale, e distribuiscono ricompense di staking annue pari all’1,25% (ad agosto 2025).
Vantaggi e rischi dello staking di Ethereum
Lo staking ha il potenziale di generare un reddito grazie al guadagno di ricompense. Queste sono variabili, ma secondo il sito di Ethereum, il rendimento percentuale annuo (APR) è del 3,1% (ad agosto 2025). Questo reddito può inoltre essere considerato passivo, se generato tramite una pool o un investimento in ETP.
Poiché la rete emette ricompense in ether, gli investitori ottengono un’esposizione al potenziale rialzo del token. Come la maggior parte delle criptovalute, ether è caratterizzato da una certa volatilità, sebbene il suo prezzo sia aumentato nell’estate del 2025 a seguito dell’impennata degli afflussi verso gli Exchange-Traded Fund quotati negli Stati Uniti, del suo crescente utilizzo da parte delle aziende come asset di tesoreria e delle linee guida fornite dalla SEC che hanno ridotto alcune incertezze normative. Ovviamente, però, le performance passate non garantiscono rendimenti futuri.
Un altro vantaggio è che i validatori contribuiscono alla sicurezza della rete: maggiore è la quantità di ether in staking, più difficile diventa per un malintenzionato sferrare un attacco. Lo staking individuale aumenta anche la decentralizzazione della rete, che contrasta l’influenza delle pool principali menzionate nella sezione precedente.
Ci sono anche dei rischi, principalmente la perdita di fondi a causa delle sanzioni, che si applicano sia che l’ether sia in staking direttamente, sia tramite una pool. La sanzione più grave potrebbe comportare la perdita dell’intero stake.
Un altro rischio è rappresentato dagli hacker che prendono di mira le vulnerabilità degli smart contract. A giugno 2025 il protocollo di liquid staking Meta Pool ha perso 24,5 milioni di euro dopo che un bug ha permesso a un hacker di coniare mpETH, il token di liquidity del protocollo. Anche le soluzioni di terze parti, offerte dagli exchange di criptovalute, sono esposte a rischi informatici, oltre che al potenziale rischio di cattiva gestione dei fondi, come hanno sperimentato i clienti di FTX nel 2022.
L’ultima considerazione da fare riguarda il tempo necessario per prelevare i fondi. A partire dall’aggiornamento della rete Shapella ad aprile 2023, Ethereum non obbliga i validatori a bloccare il proprio stake per un periodo minimo. Tuttavia, i prelievi possono essere lenti, il che può causare problemi se un validatore ha bisogno di vendere la propria partecipazione con poco preavviso. Quando si effettua lo staking direttamente, i prelievi sono variabili: ad agosto 2025 erano necessari sette giorni, mentre Lido aveva un tempo medio di prelievo di oltre 10 giorni.
Lo staking di Ethereum rispetto ad altre tipologie di staking
Per mettere la situazione in contesto, confrontiamo Ethereum con le altre due blockchain PoS più grandi per capitalizzazione di mercato, Solana e Cardano.
Iniziamo con una breve spiegazione sulle differenze tra il funzionamento di Ethereum e di questi protocolli. Entrambi utilizzano un meccanismo PoS delegato, una variante che prevede l’elezione dei validatori. Nell’ecosistema Solana, i possessori del suo token nativo, SOL, assegnano i propri token ai validatori che ritengono più affidabili. L’approccio di Cardano è leggermente diverso. I possessori del suo token nativo, ADA, possono delegare i propri token a una pool di staking oppure crearne una propria. In entrambi i casi, le entità che possiedono più token hanno più influenza.
A seguire illustreremo le principali differenze sulla base delle caratteristiche precedentemente discusse in questo articolo.
Stake minimo: lo staking su Solana e Cardano è più accessibile rispetto a Ethereum. Solana non prevede un importo di stake minimo, mentre per Cardano ammonta a solo quattro ADA, del valore di 2,76 € (ad agosto 2025).
Ricompense: ad agosto 2025, il rendimento di Solana (tra il 5 e il 7%) risultava più alto rispetto a Ethereum, mentre quello di Cardano era più basso (2,39%). Per quanto riguarda i fattori che influiscono sul calcolo delle ricompense, Solana tiene in considerazione il tasso di inflazione di SOL e l’attività del validatore, mentre Cardano si basa sulle commissioni totali generate per ogni epoca (della durata di cinque giorni) e sulla dimensione della riserva del protocollo. Questi dati sono storici e variabili. Le performance passate non garantiscono rendimenti futuri.
Penalità: ad agosto 2025 Solana non puniva in maniera automatica i comportamenti malevoli, ma se un validatore non rispetta le regole può essere penalizzato. Cardano preferisce fare affidamento sulla reputazione e gli incentivi economici, invece che sullo slashing, per incoraggiare una partecipazione onesta.
Prelievi: quando un possessore revoca la delega di uno stake in Solana, questo entra in un periodo di disattivazione che dura fino all’inizio dell’epoca successiva (della durata di circa due giorni). I partecipanti possono inoltre ritirare un massimo del 25% dello stake attivo totale per ogni epoca. Cardano, invece, permette ai suoi utenti di prelevare i propri token in qualsiasi momento.
Domande frequenti
Che cos’è lo staking di Ethereum?
Le blockchain si affidano a meccanismi di consenso per elaborare le transazioni e assicurarsi che l’intera rete disponga della versione più recente del registro. Ci sono diversi tipi di meccanismi, ma Ethereum utilizza il Proof of Stake, che richiede ai validatori di depositare una quota del suo token nativo, ether, per avere il diritto di elaborare le transazioni. Ricevono ricompense in cambio della loro partecipazione, ma se non seguono le regole possono essere penalizzati.
È possibile fare staking di Ethereum con un capitale ridotto?
Lo stake minimo è di 32 ether, del valore di 116.637 € (ad agosto 2025). Sebbene questo importo renda lo staking proibitivo per alcuni, ci sono altre possibilità. Pool come Lido rendono lo staking più accessibile in quanto non impongono uno stake minino. Gli investitori possono inoltre esporsi acquistando ETP di staking che vengono scambiati sulla piattaforma Xetra.
Quanto sono alte le ricompense per lo staking di Ethereum?
Ad agosto 2025, l’APR pagato da Ethereum era del 3,1%, ma può variare. Gli utenti possono guadagnare rendimenti simili attraverso altre piattaforme, come l’exchange di criptovalute Bitstamp, che include una commissione del 15%. Questi dati sono storici e variabili. Le performance passate non garantiscono rendimenti futuri.
Lo staking di Ethereum è sicuro?
Il meccanismo di consenso PoS aiuta a proteggere la rete. Per sferrare un attacco in grado di impedire la finalizzazione delle transazioni, censurarle o annullarle, sarebbe necessario controllare rispettivamente il 33%, il 51% o il 66% del totale degli ether in staking. Considerando che questo corrisponde a 131 miliardi di euro (ad agosto 2025), il costo di un simile attacco è proibitivo. Inoltre, la rete potrebbe sottoporre il malintenzionato a slashing, rimuovendolo in maniera forzata ed eliminando il suo stake.

