
Negli Stati Uniti potrebbe arrivare un cambiamento, ma non quello che molti si aspettano
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- Finanza
Mentre gli Stati Uniti si avvicinano a un altro punto di svolta nel loro panorama politico, in molti si rivolgono a Jerome Powell e alla Federal Reserve alla ricerca di segnali di cambiamento. Forse, però, la vera svolta arriverà da un’altra direzione, molto più inaspettata. E se fosse Donald Trump a lasciare la scena prima che Powell termini il proprio mandato?
A una prima analisi, l’idea può sembrare del tutto inverosimile. Eppure i recenti sviluppi, tra cui il rinnovato dibattito pubblico relativo al caso Epstein, hanno iniziato a generare serie speculazioni. Seppure nulla sia confermato e le accuse rimangano nel campo delle ipotesi, il costo politico di un’associazione, indipendentemente dall’esito giudiziario, può essere difficile da superare. Persino per un uomo che ha più vite dei gatti. Se ci fosse un escalation e Trump fosse costretto a farsi da parte, ciò riscriverebbe la corsa e modificherebbe immediatamente le aspettative del mercato.
L’ironia qui sta nel contrasto. Jerome Powell, nonostante il suo debutto controverso e i conflitti iniziali con l’amministrazione Trump, è emerso come una forza stabilizzante. Che lo si voglia o no, Powell ha ottenuto risultati solidi: un soft landing di successo (o qualcosa di simile), aspettative inflazionistiche stabili e politiche che i mercati, sia azionari che delle criptovalute, hanno premiato con la loro fiducia. Il bilancio del presidente della Fed va rispettato.
Nel frattempo Trump continua a occupare le prime pagine, ma inizia sempre più a vacillare. Se dovesse uscire di scena improvvisamente, la volatilità del mercato sarebbe inevitabile. Agli investitori non piacciono le sorprese, e questa sarebbe enorme.
Tuttavia, il panico potrebbe avere vita breve, perché c’è una persona che potrebbe salvare la situazione: J. D. Vance. Con il sostegno di Peter Thiel e dell’élite della Silicon Valley, il suo allineamento con gli interessi economici e la sua vicinanza a un elettorato più giovane e orientato alle tecnologie lo rendono una figura convincente per coloro che cercano continuità senza caos, anche se non ha ancora dato prova di sé a livello nazionale. C’è una persona a cui potrebbe piacere l’idea: Curtis Yarvin, un imprenditore tecnologico e blogger. Come emerge in un’intervista rilasciata al Financial Times, una delle sue proposte “audaci” è quella di “unire la Federal Riserve e il Dipartimento del Tesoro e di rivalutare gli asset”, un piano che permetterebbe all’amministrazione statunitense di implementare liberamente la propria politica di easing.
Yarvin non è più molto soddisfatto di Donald Trump. “Sta perdendo il suo slancio,” ha detto dell’attuale amministrazione. Sarebbe probabilmente favorevole a un cambio d’aria, così come i suoi sostenitori: Elon Musk, Andreessen Horowitz e Peter Thiel. Lo stesso potrebbe valere per un altro dei suoi ammiratori: J. D. Vance, che ha spesso citato Yarvin come una delle sue fonti d’ispirazione.
Questa non è la transizione attesa da molti analisti. L’attenzione è stata per molto tempo rivolta alla strategia di Powell, alla politica dei tassi di interesse e all’indipendenza della Federal Reserve dopo le elezioni. Ma, in questo momento delicato, lo shock più grande potrebbe arrivare da Mar-a-Lago, non da Constitution Avenue. I mercati dovrebbero prepararsi, non necessariamente con paura, ma con la consapevolezza che, nell’America del 2025, l’impensabile potrebbe diventare rapidamente l’inevitabile.
