
L’adozione di ETF su Ethereum e l’esposizione incrociata con gli ETF su Bitcoin
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Quasi tutta l’adozione professionale di ETF su ETH proviene dalle stesse società già profondamente esposte agli ETF su bitcoin. Abbiamo riscontrato che il 92% degli asset in gestione degli ETF su ETH dei dichiaranti di modelli 13F nel primo trimestre 2025 è detenuto da istituzioni, che dichiarano congiuntamente anche partecipazioni in ETF su bitcoin. Tuttavia, solo il 24% dei dichiaranti di ETF su BTC detiene ETF su ETH, il che significa che, almeno per ora, l’adozione di ETH è piuttosto limitata tra i gestori professionali e altamente concentrata tra gli allocatori più grandi e inclini alle criptovalute.
La presente relazione fornisce dettagli su questa sovrapposizione, quantifica il rapporto di allocazione ETH-BTC tra gli allocatori e identifica le istituzioni che guidano la corsa agli ETF su ETH. Fornisce inoltre alcune visualizzazioni che illustrano ciò che i dati delle dichiarazioni 13F possono dirci sul comportamento istituzionale in relazione agli ETF su ETH.
Sommario
A. La sovrapposizione tra i dichiaranti di ETF su ETH e BTC è elevata
Il 92% degli asset in gestione degli ETF su ETH dichiarati appartiene a società che detengono anche ETF su BTC.
Tuttavia, solo il 24% dei dichiaranti di ETF su BTC ha aggiunto ETF su ETH ai propri portafogli.
Nonostante ciò, le società che si sovrappongono rappresentano il 61% degli asset in gestione degli ETF su BTC dichiarati in totale.
Il risultato è che la fascia alta degli allocatori di BTC forma un gruppo fortemente concentrato, che detiene una fetta molto significativa della base di proprietà di ETH.
La nostra conclusione: l’interesse per gli ETF su ETH è ancora agli inizi e non è diffuso: le istituzioni più grandi e più esperte in criptovalute sono le uniche a entrare in ETH, ma lo fanno con una certa convinzione. Successivamente vedremo che centinaia di milioni sono impegnati nell’esposizione a ETH presso queste società.
B. I principali allocatori in ETH lo fanno anche in BTC
Per controllare le dimensioni, abbiamo classificato le istituzioni con almeno 100 milioni di dollari in ETF su BTC in base alla loro esposizione a ETH:
*La cifra indica la media della colonna, piuttosto che la somma.
Queste istituzioni hanno posizioni significative a livello nominale sia in BTC, sia in ETH, all’interno del complesso degli ETF negli USA. Tuttavia, si tratta di grandi allocatori ben consolidati al di fuori delle criptovalute, per cui, sebbene questi numeri possano apparire elevati, nel contesto rappresentano meno dell’1% della composizione dei loro portafogli: si tratta di enti che, per ora, stanno solo tastando il terreno nel settore delle criptovalute.
C. La sorprendente discrepanza tra gli asset in gestione e la partecipazione istituzionale
Esaminando prodotto per prodotto, è emerso un sorprendente divario tra gli asset in gestione totali e la proprietà istituzionale, come riportato dai modelli 13F:
L’ETHE di Grayscale, al momento della presentazione dei 13F, deteneva ancora la quota maggiore di asset in gestione, ma non era affatto il prodotto più detenuto a livello istituzionale. Solo 149,7 milioni di dollari dei circa 2,3 miliardi di asset in gestione sono detenuti da soggetti che hanno presentato un modello 13F.
Al contrario, l’ETF ETHA di BlackRock aveva una quota di asset in gestione leggermente inferiore (~2,2 miliardi di dollari), ma dominava i portafogli istituzionali con 496,6 milioni di dollari dichiarati tramite 13F: 3,3 volte più di Grayscale.
Il quarto ETF su ETH per asset in gestione è ETHU, un fondo Ethereum con fattore di leva 2x.
L’importanza degli asset in gestione di questo ETF a leva spicca se si considera che gli ETF su bitcoin a leva non occupano posizioni altrettanto elevate in termini di asset in gestione, il che a nostro avviso suggerisce:
Un’elevata domanda dai piccoli investitori di ETH a leva finanziaria (forse come alternativa più economica alle opzioni o come margine)
Una mancanza di mezzi proxy ad alto beta, almeno per ora, come MicroStrategy per Ethereum. MSTR sembra svolgere questo ruolo per BTC, soprattutto tra i piccoli investitori
La nostra conclusione: Il mercato degli ETF su ETH è strutturalmente diverso da quello di BTC: le istituzioni preferiscono gli emittenti tradizionali (BlackRock, Fidelity), ma la domanda rimane per il principale prodotto tradizionale (ETHE) e il mezzo a leva finanziaria (ETHU).
Considerazioni finali
La principale considerazione da trarre è che l’adozione di ETF su ETH non sta avvenendo in modo isolato. Le istituzioni che si stanno muovendo verso Ethereum oggi potrebbero essere, in larga misura, le stesse che già detengono ETF su bitcoin. Pur essendo due asset molto diversi, con casi di investimento fondamentali molto diversi, ETH si sta rivelando un’estensione naturale delle strategie cripto esistenti, non una scommessa separata.
Detto questo, non ci sorprenderebbe vedere i gestori patrimoniali considerare questi dati come un’opportunità per vendere prodotti ETH ai clienti BTC, che hanno già dimostrato di essere disposti a sostenere l’esposizione alle criptovalute nelle prime fasi di rilascio dei prodotti. Tuttavia, la maggior parte dei dichiaranti di ETF su BTC non ha fatto il salto verso ETH. Osservare quali di queste aziende inizieranno ad allocare nei prossimi trimestri sarà determinante per capire se Ethereum è considerato sufficientemente maturo per i portafogli istituzionali.
Non sembra passato molto tempo da quando discutevamo se la SEC avrebbe considerato ETH come un titolo non registrato. Ora, siamo a quasi un mese di distanza da un anno intero di ETF su ETH negli USA. Sarebbe sciocco pensare che le discussioni professionali sugli asset digitali nel loro complesso non siano ancora agli inizi, e che queste conversazioni non inizino molto spesso con bitcoin. Pensiamo che molti comitati d’investimento si stiano ancora chiedendo quanto ETH sia più lontano sulla curva del rischio rispetto BTC.
Continueremo a seguire i documenti 13F trimestrali per gli aggiornamenti. Se Ethereum diventerà una seconda partecipazione di base in criptovalute, questi documenti lo dimostreranno. Vale la pena notare che gli ETF su ETH hanno avuto un forte inizio del secondo trimestre, con afflussi netti globali di 1,8 miliardi di dollari, che hanno portato il saldo positivo a 2,2 miliardi di dollari sull’anno. Speriamo che si tratti di allocazioni durature, e la prossima tornata di dichiarazioni a metà luglio ce lo confermerà.
