
Analisi dei moduli 13F sugli ETF su Bitcoin del primo trimestre 2025: il ribilanciamento degli investitori istituzionali
8 minuti di lettura
Gli ultimi moduli 13F alla SEC segnano rispetto al trimestre precedente il primo calo delle partecipazioni professionali dalla nascita degli ETF spot Bitcoin negli Stati Uniti a gennaio 2024. I dichiaranti, che devono comunicare le proprie partecipazioni in titoli se gestiscono oltre 100 milioni di dollari, hanno riportato un totale di 21,2 miliardi di dollari in ETF su Bitcoin alla fine del primo trimestre 2025, in calo del 23% rispetto ai 27,4 miliardi del quarto trimestre 2024. Questo calo è relativamente più marcato rispetto all’intero mercato degli ETF su Bitcoin negli Stati Uniti, che ha registrato una diminuzione del 12%, chiudendo il primo trimestre con un totale di 92,3 miliardi di dollari in asset in gestione.
La situazione non è così negativa, soprattutto considerando che il prezzo di Bitcoin è sceso dell’11% rispetto al trimestre precedente, il che significa che una parte significativa del calo degli asset in gestione è attribuibile alla variazione del prezzo di mercato, invece che a una riduzione delle posizioni. Questi moduli raccontano in realtà una storia che non è immediatamente intuibile dai numeri superficiali.
Tuttavia, il quadro generale resta invariato rispetto all’ultima volta: gli ETF su Bitcoin negli Stati Uniti si stanno dimostrando un veicolo molto interessante per esporsi a questo asset; la maggior parte della proprietà resta in mano ai piccoli investitori o a società di dimensioni ridotte; e ci aspettiamo ancora che, col tempo, investiranno anche aziende più grandi con orizzonti di investimento più lunghi.
Gli investitori professionali mantengono una quota di mercato importante nonostante il drawdown
Dopo quelle che sono state, probabilmente, vendite tattiche, gli investitori istituzionali mantengono il 22,9% del totale degli asset in gestione degli ETF su Bitcoin negli Stati Uniti, in netto calo rispetto al 26,3% del quarto trimestre 2024.
Le partecipazioni per tipo di istituzione evidenziano un ribilanciamento strategico
Osservare le partecipazioni denominate in BTC ci consente di eliminare gli effetti dovuti al prezzo e isolare i cambiamenti nella dimensione delle posizioni. Le posizioni detenute dai consulenti finanziari sono aumentate in termini di BTC rispetto al trimestre precedente, mentre gli hedge fund hanno ridotto l’esposizione di quasi un terzo, segnalando, secondo noi, il passaggio da un’esposizione tattica di breve termine a una proprietà strategica di lungo periodo. Questa rotazione suggerisce che gli hedge fund hanno realizzato profitti, cosa comprensibile visto l’aumento del prezzo di Bitcoin da circa 60.000 a 100.000 $, mentre i consulenti stanno progressivamente riallocando i portafogli dei clienti verso un’esposizione a Bitcoin. Un altro fattore, forse il principale, della riduzione da parte degli hedge fund è l’abbandono del basis trading, una strategia di arbitrage diventata meno interessante con il calo dei premi sui futures.
Segmentando i dichiaranti per tipo, è emerso che i consulenti hanno riconquistato la prima posizione, detenendo il 50% di tutti gli asset degli ETF su Bitcoin dei moduli 13F. In seconda posizione si trovano gli hedge fund, con una partecipazione del 32%, in netto calo rispetto al 41% del trimestre precedente. Come previsto, i consulenti sono nettamente più numerosi rispetto alle altre istituzioni, rappresentando l’81% del numero totale dei dichiaranti 13F.
Aumenti notevoli degli investimenti:
Blackrock, Inc. (consulenti finanziari): aumento della posizione da 0 a 217 milioni di dollari
Goldman Sachs (consulenti finanziari): aumento della posizione di 206 milioni di dollari
Macquarie Group (consulenti finanziari): aumento della posizione di 136 milioni di dollari
Brown University (fondo di dotazione): aumento della posizione da 0 a 5 milioni di dollari
Fondo Mubadala dell’Emirato di Abu Dhabi (governo): aumento della posizione a 411 milioni di dollari
Diminuzioni notevoli degli investimenti:
Wisconsin Board (fondo pensione): diminuzione della posizione da 323 milioni a 0 dollari
Millennium Management (hedge fund): diminuzione della posizione di 980 milioni di dollari
Bracebridge Capital (consulenti finanziari): diminuzione della posizione da 335 milioni a 0 dollari
Van Eck Associates Corp (consulenti finanziari): diminuzione della posizione di 349 milioni di dollari
Jericho Capital Asset Management (hedge fund): diminuzione della posizione di 380 milioni di dollari
Tre prodotti dominanti sono diventati i preferiti delle istituzioni, rappresentando oltre l’85% di tutte le partecipazioni dei dichiaranti 13F:
IBIT (iShares Bitcoin Trust): rimane la principale scelta istituzionale, con i dichiaranti che detengono 12,7 miliardi di dollari (il 31,5% degli asset in gestione totali).
FBTC (Fidelity Wise Origin Bitcoin Fund): i dichiaranti detengono 3,6 miliardi di dollari, il 25,5% dei suoi asset in gestione.
GBTC (Grayscale Bitcoin Trust): nonostante la perdita di terreno, rimane competitivo con 2,2 miliardi di dollari in mano ai dichiaranti, il 13,1% dei suoi asset in gestione.
Le aziende accumulano, mentre le istituzioni finanziare si riposizionano strategicamente
L’adozione di Bitcoin nell’ultimo trimestre ha riguardato principalmente le aziende, rispetto ai professionisti finanziari. Molte imprese si stanno orientando verso il modello MicroStrategy, e l’offerta detenuta dalle aziende è cresciuta da 1,68 milioni di BTC all’inizio del 2025 a 1,87 milioni alla fine del primo trimestre, fino ad arrivare a 1,98 milioni al 18 maggio, data di stesura di questo testo. Si tratta di un aumento del 18,67% da inizio anno (fonte).
Questo dato è in netto contrasto rispetto al calo del 12,8% dell’esposizione a BTC dei dichiaranti 13F. A nostro avviso, ciò è dovuto a prese di profitto e una rotazione delle posizioni di Bitcoin che avevano registrato importanti guadagni dopo le elezioni statunitensi e il lancio degli ETF, in particolare tra gli hedge fund, la cui esposizione è diminuita di quasi un terzo (32%) rispetto al trimestre precedente.
Nonostante i recenti disinvestimenti, è incoraggiante vedere che le allocazioni dei consulenti stanno aumentando e che il peso medio nei portafogli istituzionali rimane ancora sotto l’1%, lasciando ampi capitali non utilizzati.
La composizione del mercato più ampio degli ETF su Bitcoin rimane pressoché invariata: continua a essere detenuto, per la maggioranza, da piccoli investitori e da aziende di investimento di dimensioni ridotte. Tuttavia, con la standardizzazione del quadro normativo, l’approvazione da parte degli organi di vigilanza e una maggiore competenza finanziaria, ci aspettiamo che anche gli investitori istituzionali a lungo termine aumenteranno progressivamente la loro esposizione.
Interpretiamo i moduli del primo trimestre come un sano aggiustamento di mercato all’interno di una traiettoria positiva di adozione a lungo termine. I dati di questo trimestre non indicano un calo di interesse da parte delle istituzioni, ma piuttosto un riposizionamento strategico volto a preparare il terreno per una crescita futura e allocazioni più stabili e consistenti.