
Alla scoperta dello staking su Solana
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Che cos’è lo staking su Solana?
Solana è una rete decentralizzata, il che significa che è distribuita su una grande quantità di computer. In assenza di un’autorità centrale, la rete fa affidamento su un sistema chiamato meccanismo di consenso per assicurarsi che tutti i partecipanti siano d’accordo sull’ultimo stato del registro condiviso.
Una delle principali responsabilità di questo meccanismo è determinare in che modo la rete debba elaborare le transazioni e aggiungere nuovi blocchi alla catena. Nel Proof of Work (PoW), utilizzato da Bitcoin e Litecoin, i “miner” si sfidano nella risoluzione di problemi matematici complessi al fine di guadagnarsi questo diritto. Il Proof of Stake (PoS), invece, adotta un approccio diverso e si affida ai “validatori”, i quali hanno depositato o messo in “staking” una certa quantità del token nativo della rete.
Mentre il PoW si affida alla potenza di calcolo per mantenere sicura la rete, il PoS incentiva i buoni comportamenti attraverso ricompense e scoraggia le attività malevole emettendo sanzioni che potrebbero portare alla perdita parziale o integrale dello stake di un validatore. Il PoS, inoltre, incrementa la decentralizzazione riducendo gli ostacoli alla partecipazione. Da questo punto di vista si distingue dal PoW, che richiede ai miner di effettuare importanti investimenti in energia e hardware.
Lanciata nel 2020, Solana è la seconda rete PoS per capitalizzazione di mercato dopo Ethereum. Tuttavia, mentre Ethereum seleziona i validatori su base casuale, Solana utilizza una variante del meccanismo PoS, chiamata Delegated Proof of Stake (DPoS), che prevede l’elezione dei validatori. Il DPoS è inoltre associato a un’innovazione chiamata Proof of History: generando un timestamp per ogni transazione, la rete è in grado di accordarsi sull’ordine corretto, aumentando così la scalabilità.
Come funziona lo staking su Solana?
Per partecipare al meccanismo di consenso di Solana, i detentori del suo token nativo, SOL, hanno due possibilità: possono diventare validatori, il che implica eseguire il software della blockchain e disporre di hardware specifico; oppure possono delegare i propri token a un validatore già esistente e guadagnare una quota delle ricompense. A differenza di altre reti PoS, a livello di protocollo non è previsto un importo minimo da delegare, anche se i validatori devono disporre di un account di voto finanziato.
I validatori di Solana elaborano le transazioni e poi esprimono un voto su quali blocchi dovrebbero essere aggiunti alla catena, confermando a tutti gli effetti la validità delle transazioni che contengono. Ciascun voto è ponderato in base allo stake a sostegno del validatore: maggiore è lo stake, maggiore è il suo peso. Quando i detentori di SOL delegano i propri token a un validatore, aumentano la sua influenza e comunicano alla rete che si fidano di lui.
Le ricompense di staking oscillano tra il 5 e il 7% annuo e vengono versate una volta per epoca (della durata di circa due giorni). Il rendimento è variabile poiché il calcolo dipende dal tasso di inflazione di SOL (4,3% ad agosto 2025) e dal totale dei SOL attivi in staking, due valori in continuo cambiamento. Tiene inoltre conto del periodo di attività del validatore, determinato dai crediti guadagnati per ciascun voto per un blocco.
Solana non punisce o sottopone a “slashing” in maniera automatica i comportamenti malevoli, principalmente perché ciò rallenta la rete. Finché il team di sviluppo non avrà risolto il dilemma, quando un validatore infrange le regole la rete si blocca e il trasgressore potrebbe successivamente perdere parte del suo stake.
Come iniziare a mettere in staking SOL
Il primo passo consiste nell’acquistare SOL da un exchange di criptovalute e conservarli in un portafoglio digitale adatto allo staking. Ci sono i cosiddetti hot wallet, ovvero connessi a internet, come Solflare o Phantom, oppure i cold wallet, dispositivi hardware che rimangono offline, come Ledger.
Il passo successivo è scegliere un validatore. Seguono alcuni degli indicatori da analizzare:
Tempo di attività: la percentuale di tempo che il validatore trascorre online (minimo il 95%)
Commissione: quale importo applica il validatore (generalmente tra il 5 e il 10%)
Dimensione: i validatori più piccoli aumentano la decentralizzazione
Performance: quante ricompense ha guadagnato in precedenza
L’ultimo passo consiste nel delegare lo stake al validatore scelto direttamente dal portafoglio. I deleganti mantengono il controllo dei propri token e possono decidere in ogni momento di aumentare il proprio stake oppure di riassegnarlo, se le performance del validatore sono peggiori del previsto.
Come già accennato, la rete emette ricompense una volta per epoca. Se non vengono prelevate, la rete procede a rimetterle in staking, contribuendo al compounding.
Benefici e rischi
Il principale vantaggio dello staking su Solana risiede nei rendimenti che genera. L’importo dipende dal livello di coinvolgimento: i validatori tendono a guadagnare le ricompense maggiori, ma necessitano di un certo grado di competenze tecniche per garantire l’attività. Al contrario, i detentori che delegano i propri token devono solamente considerare quali validatori sostenere, pertanto il reddito che ricevono è di fatto passivo.
Le commissioni di transazione, o gas fee, di Solana sono relativamente basse rispetto ad altri protocolli, permettendo ai partecipanti di tenere per sé una quota maggiore dei propri guadagni. La commissione media è di 0,000172703 SOL (ad agosto 2025), corrispondente a 0,03 €.
Lo staking, inoltre, rafforza la sicurezza: maggiore è la quantità di SOL in staking, minore è la probabilità di un attacco in grado di annullare o censurare le transazioni. L’aggressore dovrebbe controllare almeno il 33% dello stake attivo totale (407.713.495 ad agosto 2025), che corrisponde a 21,5 miliardi di euro.
Tuttavia, ci sono anche rischi da prendere in considerazione, come le perdite a seguito di sanzioni. Sebbene lo slashing su Solana non sia per il momento automatico, potrebbe comunque verificarsi in caso di interruzioni della rete.
I token in staking, poi, sono soggetti a un periodo di prelievo, pensato per mantenere la stabilità della rete. Una volta richiesto il prelievo, lo stato dello stake passa a “in disattivazione” fino all’inizio dell’epoca successiva, momento in cui i token diventano accessibili. È importante sottolineare, però, che solo il 25% dello stake totale della rete può essere disattivato in ciascuna epoca.
Le criptovalute, infine, sono di norma volatili, e SOL non fa eccezione. Il valore in euro della ricompensa potrebbe variare di giorno in giorno, e le performance passate non sono garanzia di guadagni futuri.
Liquid staking e alternative
I fornitori di servizi di staking, inoltre, offrono un rendimento passivo e rendono lo staking più accessibile riducendo gli ostacoli tecnici. Allo stesso tempo, però, addebitano delle commissioni e comportano rischi legati alla custodia, in quanto i fondi sono esposti ad attacchi informatici, come è accaduto all’exchange di criptovalute Bybit a febbraio 2025, oppure legati alla cattiva gestione, che ha portato al crollo di FTX nel 2022.
I protocolli di liquid staking emettono i cosiddetti liquid staked token (LST) che rappresentano i token delegati. I detentori possono utilizzare i propri LST ovunque, per esempio in app di finanza decentralizzata come i protocolli di prestito o i liquidity pool, che semplificano la negoziazione in exchange decentralizzati. Come suggerisce il nome, la differenza rispetto allo staking diretto risiede nella liquidity istantanea: invece di bloccare i propri token e dover aspettare la fine del periodo di prelievo, i detentori possono utilizzare gli LST fin da subito.
Un esempio di protocollo di liquid staking disponibile in Germania è Marinade, che emette un LST chiamato mSOL. Un’altra soluzione consiste nell’utilizzare un exchange di criptovalute, ma le commissioni tendono a essere più elevate e si aggiungono al tempo di prelievo.
Infine, anche gli Exchange-Traded Product (ETP) offrono esposizione allo staking di SOL. Alcuni di questi prodotti sono negoziati su Xetra, il che significa che possono essere inseriti in un portafoglio al fianco di classi di asset tradizionali e contribuire al rendimento complessivo. Poiché vengono negoziati quotidianamente, sono più liquidi rispetto allo staking diretto (a causa del periodo di prelievo).
Massimizzare le ricompense con lo staking su Solana
Ecco alcuni consigli per ottenere il massimo dalle ricompense di staking su Solana:
Effettua ricerche: informati in maniera approfondita sui validatori per individuare quelli che promettono performance migliori. I block explorer come Solana Beach mettono a disposizione un’ampia gamma di informazioni sui validatori, come il loro tasso di successo – ovvero la percentuale dei blocchi che sono stati aggiunti alla catena –, i SOL totali in staking e il loro tasso di commissione. Solana Beach mette Helius (con sede a Francoforte) al primo posto tra i validatori, con un tasso di successo del 99,98% e uno stake totale di 12,2 milioni di SOL (per un valore di 2,1 miliardi di euro ad agosto 2025).
Confronta le commissioni: i tassi oscillano tra il 5 e il 10%, sebbene Helius non applichi alcuna commissione. Come regola generale, metti a confronto il tasso di commissione con le performance del validatore, al fine di trovare il giusto equilibrio tra rischio e rendimento.
Diversifica: distribuisci i fondi tra diverse tipologie di staking, per esempio delegando attraverso un portafoglio digitale, utilizzando un protocollo di liquid staking oppure investendo in un ETP. Questa diversificazione permette di approfittare dei vantaggi di ciascun approccio.
Monitora le performance: i block explorer e alcuni portafogli, tra cui Solflare, consentono ai deleganti di monitorare le performance dei validatori. Se necessario effettua nuovamente lo staking, specialmente se il validatore mostra prestazioni insufficienti.
Lo staking di SOL rispetto ad altre opzioni di staking
Per mettere la situazione in contesto, segue un confronto tra lo staking di SOL e due delle principali reti PoS, Ethereum e Polkadot, sulla base degli indicatori citati in precedenza all’interno di questo articolo.
Prima, però, un breve riepilogo sul funzionamento dei loro meccanismi. Mentre Ethereum seleziona i validatori in maniera casuale, Polkadot utilizza una variante del PoS nota come Nominated Proof of Stake, che consente ai detentori del suo token nativo, DOT, di registrarsi come nominatori e votare per i validatori.
Stake minimo: lo stake minimo di Ethereum per lanciare un validatore è il più alto tra le tre reti e corrisponde a 32 ether, il suo token nativo (del valore di 121.000 € ad agosto 2025). In alternativa, è possibile ricorrere a un servizio di staking o acquistare un ETP. Polkadot è più accessibile, richiede infatti un DOT (3,25 €) per unirsi a un pool di nomina e 7.500 DOT (24.000 €) per i validatori.
Ricompense: le ricompense di Polkadot sono le più alte (13,15%), quasi il doppio del limite massimo di Solana (7%) e oltre il quadruplo delle ricompense di Ethereum (2,9%). Il fattore principale che influisce sulle ricompense di Polkadot sono i punti era guadagnati dai validatori per attività come la produzione di blocchi. Anche Ethereum tiene conto delle attività dei validatori, oltre alla dimensione del loro stake rispetto agli ether totali in staking.
Sanzioni: sia Ethereum che Polkadot puniscono automaticamente i validatori per i loro comportamenti malevoli, cosa che potrebbe portare alla perdita del loro stake o alla rimozione dalla rete.
Prelievi: i prelievi su Polkadot richiedono il tempo maggiore, 28 giorni, durante il quale lo stake non genera ricompense. Il periodo di Ethereum è variabile, e ad agosto 2025 durava 17 giorni.
Considerazioni fiscali e di sicurezza
L’Ufficio federale centrale delle imposte tedesco classifica le criptovalute come asset privati soggetti all’aliquota fiscale prevalente del titolare. Pertanto, se un investitore paga il 45% di imposte sul proprio stipendio, pagherà la stessa aliquota sulle attività relative alle criptovalute, come la vendita. Tuttavia, questa imposta si applica solamente agli asset venduti nel corso di un anno (salvo il caso in cui il reddito annuo netto sia inferiore a 1.000 €). Le criptovalute detenute per più di un anno sono esenti da tasse, ma i redditi generati dallo staking, al di sopra della soglia di 256 €, sono soggetti a tassazione.
Un altro aspetto da prendere in considerazione è la sicurezza, ma gli investitori possono adottare diverse misure per proteggere i propri asset.
Cold storage: come già accennato, gli hot wallet sono connessi a internet, aspetto che li rende comodi ma vulnerabili ad attacchi hacker. I cold wallet, al contrario, rimangono offline e sono pertanto considerati il modo più sicuro di conservare le criptovalute.
Seed phrase: ai portafogli digitali di auto-custodia viene associata una seed phrase, ovvero una sequenza di parole casuali che il proprietario può utilizzare per recuperare un portafoglio non più accessibile. Mantenere segreta questa sequenza è fondamentale, poiché chiunque ne è a conoscenza può accedere ai fondi. Il modo più sicuro per conservarla è scriverla su un pezzo di carta e riporlo in una cassaforte, fuori dalla portata di hacker e ladri.
Autenticazione a due fattori (2FA): la 2FA è una misura di sicurezza che richiede agli utenti di presentare due forme di autenticazione per accedere a qualunque tipo di account, tra cui i portafogli digitali. I due fattori, in genere, sono la “conoscenza”, ovvero una password o un PIN, e il “possesso”, come un dispositivo mobile o un token di sicurezza che il possessore può utilizzare per generare un codice temporaneo.
Opta per un ETP su cripto: gli investitori possono esporsi allo staking di Solana attraverso degli Exchange-Traded Product (ETP) che vengono negoziati sulla piattaforma Xetra. Questi prodotti possono essere inseriti in un portafoglio insieme ad asset tradizionali come azioni e obbligazioni e contribuirne alla performance complessiva. I CoinShares Physical Solana Staked ETP sono completamente coperti da SOL conservati da Komainu, un custode istituzionale, e distribuiscono ricompense di staking annue pari al 3% (ad agosto 2025). In questo modo è possibile evitare le soluzioni di auto-custodia.
Domande frequenti
Chiunque può fare staking su Solana?
Sì, Solana non prevede uno stake minimo come altre reti PoS. I detentori di SOL possono registrarsi come validatori, diventando responsabili dell’elaborazione delle transazioni e dell’aggiunta di blocchi alla catena, oppure delegare i propri token a validatori che ritengono affidabili. Gestire un validatore richiede un certo grado di competenze tecniche, mentre i deleganti devono valutare attentamente quali validatori sostenere. I servizi di staking, offerti da exchange di criptovalute e protocolli di liquid staking, offrono un’alternativa.
Quali sono le ricompense per lo staking su Solana?
Le ricompense di staking oscillano tra il 5 e il 7% annuo (ad agosto 2025) a seconda del tasso di inflazione della rete, del valore totale dei SOL in staking e del tempo di attività di un validatore. Le ricompense vengono calcolate e pagate una volta per epoca. I validatori applicano delle commissioni, che riducono le ricompense ricevute dai detentori che li sostengono.
Quanto dura il periodo di lock-up dopo aver richiesto l’annullamento dello staking?
Di norma richiede fino a due giorni, poiché la rete elabora i prelievi all’inizio di un’epoca (un meccanismo progettato per mantenerne la stabilità). Inoltre, solo il 25% dei SOL totali in staking della rete può essere prelevato in ciascuna epoca.
Qual è il portafoglio più adatto allo staking di SOL?
Gli investitori possono scegliere tra hot wallet adatti allo staking, come Solflare o Phantom, e cold wallet, come Ledger. Gli hot wallet sono connessi a internet e, pertanto, sono comodi ma vulnerabili ad attacchi hacker; i cold wallet, al contrario, rimangono offline e sono quindi considerati più sicuri.
Ulteriori risorse
Scopri di più sul CoinShares Physical Solana Staked ETP, completamente garantito da SOL conservati da Komainu, un custode istituzionale. Il prodotto accumula il rendimento dello staking nel NAV dell’ETP (attualmente ~3% annuo, ad agosto 2025) e non effettua distribuzioni agli investitori.

