
Market Update - 16 Maggio 2025
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Decisione sui tagli dei tassi ancora sotto scrutinio
I dati sull’inflazione USA di aprile sono risultati più deboli del previsto, rafforzando la possibilità che la Federal Reserve possa tagliare i tassi di interesse nella seconda metà del 2025. Le pressioni disinflazionistiche stanno diventando più evidenti, in particolare nei prezzi dei voli aerei (-2,8% su base mensile e -7,9% su base annua), delle auto usate (-0,5%), dell’abbigliamento (-0,2%) e degli alimentari (-0,1%). Da notare che i prezzi delle uova, che nel CPI ufficiale hanno un mese di ritardo, sono scesi del 12,7%, trascinando verso il basso l’intero indice dei prezzi alimentari.
Sebbene alcune categorie, come i servizi sanitari (+0,5% su base mensile), i prodotti medici (+0,4%), la manutenzione dei veicoli (+0,7%) e le assicurazioni (+0,6%), abbiano mostrato una certa forza nei prezzi, queste sono state più che compensate da tendenze ribassiste più ampie. In particolare, i costi dell’alloggio, che rappresentano oltre un terzo del paniere CPI, sono rimasti elevati a +0,3% su base mensile e +4,0% su base annua. Tuttavia, indicatori anticipatori come l’indice dei nuovi affitti della Fed di Cleveland suggeriscono che queste pressioni si attenuano sensibilmente entro la fine del 2025 o l’inizio del 2026, superando le spinte inflazionistiche derivanti dai dazi.
Anche i prezzi dei servizi, che dominano il paniere dell’inflazione statunitense, stanno mostrando segnali di indebolimento. Le merci escluse alimentari ed energia—le più esposte ai dazi—costituiscono solo il 19,4% del paniere CPI. Di conseguenza, l’attuale allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che incide soprattutto sulle merci, riduce il rischio inflazionistico potenziale legato ai dazi.
Questo trend è confermato anche dal sondaggio dell’NFIB (National Federation of Independent Business), secondo cui è calata la percentuale di aziende che hanno aumentato i prezzi (25% in aprile rispetto al 31% in febbraio), così come quelle che prevedono di farlo nei prossimi tre mesi (28%, in calo dal 30%).
Rendimenti obbligazionari di lungo termine in rialzo
In coincidenza con la pubblicazione dei dati sull’inflazione, il DXY si è leggermente indebolito, le materie prime non sono riuscite a rimbalzare e i rendimenti obbligazionari a lungo termine si sono avvicinati nuovamente al 5%, segnalando una certa fragilità nei rally degli asset rischiosi.
Attualmente, i mercati prezzano solo due tagli dei tassi per il 2025. Tuttavia, le aspettative potrebbero cambiare se la disinflazione dovesse continuare e la crescita economica indebolirsi ulteriormente, ridimensionando l’impatto residuo dei dazi. I dati sulle vendite al dettaglio di aprile sono stati in linea con le attese, nonostante il persistente pessimismo dei consumatori. Tuttavia, le vendite al dettaglio core—che escludono auto e carburanti—non hanno centrato le stime. Anche l’inflazione dei prezzi alla produzione è risultata significativamente inferiore alle attese, con la componente dei servizi che è diventata chiaramente negativa.
Nel complesso, questi dati mettono in discussione l’ipotesi prevalente di soli due tagli e suggeriscono che la Federal Reserve potrebbe adottare una linea più accomodante nei prossimi mesi.
All’inizio della settimana gli afflussi degli investitori erano limitati, ma hanno poi registrato un netto recupero a seguito dei dati macro che indicano disinflazione, raggiungendo ora i 520 milioni di dollari per la settimana.