
Market Update - 2 Maggio 2025
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L’ottimismo resiste nonostante l’incertezza legata ai dazi
I mercati hanno chiuso la settimana in modo più euforico, sostenuti da dati sull’occupazione nettamente superiori alle attese, nonostante i segnali precedenti di una crescita economica più debole. Il PIL nominale è diminuito dello 0,3%, principalmente a causa di un forte calo delle esportazioni colpite dai dazi statunitensi. Sebbene questo dato negativo possa apparire allarmante a prima vista, le sue implicazioni sono più sfumate e richiedono un'interpretazione più cauta.
Il PIL core—che esclude la spesa pubblica e i componenti legati al commercio per offrire una visione più chiara dell’attività del settore privato—è cresciuto del 3,0%. Sebbene questo rappresenti solitamente un segnale positivo, sono necessarie alcune correzioni per questo trimestre. In particolare, l’aumento degli investimenti in attrezzature sembra riflettere una spesa anticipata da parte delle imprese in previsione dei nuovi dazi, gonfiando artificialmente il dato. Questo suggerisce che la reale forza dell’economia si colloca tra il -0,3% del PIL nominale e il +3,0% del PIL core.
Il dato negativo sul PIL nominale aveva inizialmente avuto un forte impatto sulle aspettative sui tassi di interesse, ma i mercati dei futures ora prezzano oltre 86 punti base di tagli ai tassi per quest'anno—equivalenti a tre riduzioni di un quarto di punto—correggendosi leggermente dopo i buoni dati sull’occupazione. Riteniamo che i dati attuali non siano sufficienti a spingere il Federal Open Market Committee (FOMC) a tagliare i tassi nella riunione di mercoledì prossimo.
L’indice core PCE (Personal Consumption Expenditures)—la misura d’inflazione preferita dalla Fed—pubblicato mercoledì è risultato superiore alle attese, riducendo così il margine di manovra per un allentamento immediato della politica monetaria. Tuttavia, è importante riconoscere che l'inflazione non è trainata solo dai beni. I servizi, che rappresentano una parte significativa dell’indice, mostrano segnali di indebolimento. Con il calo del turismo straniero e consumatori sempre più cauti, si prevede ulteriore debolezza nei settori del tempo libero, dell’ospitalità, delle tariffe aeree e, successivamente, dell’edilizia residenziale.
I dati sui salariati hanno nettamente superato le aspettative, attestandosi a 177mila unità rispetto alle 135mila previste. Questo è particolarmente sorprendente data la recente debolezza dei sondaggi economici e indica che l’impatto economico dei forti dazi potrebbe richiedere più di un mese per manifestarsi pienamente. Suggerisce inoltre che i datori di lavoro sono riluttanti a procedere immediatamente con i tagli occupazionali, forse nella speranza che la linea dura del Presidente Trump possa ammorbidire. Attualmente, sia l’azionario sia Bitcoin sono altamente sensibili alle notizie sui dazi.
Gli asset digitali si rafforzano
I prodotti di investimento in asset digitali (ETF ed ETP) continuano a registrare forti afflussi, segnando nove giorni consecutivi di crescita e oltre 1,3 miliardi di dollari raccolti finora questa settimana. Il momentum appare positivo per Bitcoin, soprattutto negli Stati Uniti, dove il Parlamento dell’Arizona ha approvato un disegno di legge storico che autorizza fino al 10% degli 87 miliardi di dollari di fondi pubblici gestiti dallo stato a essere investiti in criptovalute—soggetto all’approvazione della Governatrice Katie Hobbs. Presentato come una copertura strategica contro l’inflazione, il provvedimento riflette una tendenza nazionale più ampia verso l'adozione degli asset digitali e si allinea agli sforzi federali per creare una riserva strategica di Bitcoin. Nel frattempo, anche lo stato della Carolina del Nord si sta avvicinando all'approvazione di una proposta simile.
Il nostro ultimo Digital Asset Manager Fund Survey riflette questo cambiamento di sentiment: la preferenza degli investitori per Bitcoin è aumentata dopo le elezioni statunitensi, con il 63% degli intervistati che ora lo detiene—un aumento di 15 punti percentuali rispetto a gennaio. Le allocazioni verso gli asset digitali sono salite all’1,8%, il livello più alto in un anno, spinte sia dall’apprezzamento dei prezzi che dal miglioramento del sentiment. Le allocazioni istituzionali sono cresciute fino a una media del 2,5%.
Tuttavia, nonostante la minore volatilità di Bitcoin rispetto all’azionario, sia i nuovi investitori che quelli esperti continuano a citare la volatilità come principale fonte di preoccupazione—evidenziando un persistente divario tra il rischio percepito e il reale comportamento del mercato.