
Miner di Bitcoin vs minatori d’oro
10 minuti di lettura
Un’analisi comparativa degli aspetti economici, dei rischi e dei vantaggi strutturali di due industrie ad alta intensità di capitale.
L’oro e Bitcoin vengono spesso messi a confronto in quanto asset scarsi e non sovrani. Sebbene, però, molto sia stato scritto in merito al loro potenziale d’investimento come beni rifugio, sono in pochi a fare un confronto a livello di produzione. Per aumentare l’offerta sul mercato, entrambi gli asset si basano su una forma di estrazione: una fisica e una digitale. Entrambi i settori sono caratterizzati da economie cicliche, un’alta intensità di capitale e uno stretto legame con i mercati energetici.
Tuttavia, le dinamiche e gli incentivi del mining di Bitcoin differiscono in modo significativo da quelli dell’estrazione dell’oro, con effetti importanti sulla configurazione e sull’evoluzione dell’economia e delle strategie degli operatori del settore. Questo report analizzerà alcune delle loro somiglianze ma, cosa ancora più importante, le loro differenze sostanziali.
La scarsità delle risorse dipende dall’estrazione fisica e computazionale
L’estrazione dell’oro è un processo secolare che consiste nell’estrazione dalla terra del metallo e nella sua raffinazione. Il processo richiede l’identificazione di giacimenti idonei, l’ottenimento di permessi e dell’accesso al terreno, l’utilizzo di macchinari pesanti per estrarre il minerale dal terreno e un trattamento chimico per isolare il metallo per la sua futura distribuzione.
Al contrario, il mining di Bitcoin consiste nel ripetere un processo di calcolo per elaborare lotti di transazioni Bitcoin e guadagnare monete di nuova emissione e commissioni. Questo processo, noto come creazione di Proof of Work, comporta l’acquisizione di spazio rack, elettricità e hardware specializzato (ASIC) per eseguire in modo efficiente i calcoli, oltre a una connessione a Internet per trasmettere i risultati alla rete Bitcoin.
In entrambi i sistemi, l’estrazione è un processo inevitabilmente costoso che è alla base della scarsità di ciascuna risorsa: quella di Bitcoin è dettata dal codice e dalla concorrenza, quella dell’oro dalla posizione fisica e geologica. Ma il modo in cui la scarsità viene estratta, l’economia dei produttori e il modo in cui ciò si evolve nel tempo hanno ben poche analogie.
L’economia del mining di Bitcoin è legata alla concorrenza, ai cicli dell’hardware e alla molteplicità dei flussi di introiti
Gli aspetti economici legati all’estrazione dell’oro sono relativamente prevedibili. Le aziende sono in grado di fare stime con ragionevole precisione sulle riserve, la concentrazione del minerale e i tempi di estrazione, anche se queste possono comunque discostarsi dalla realtà: solo un progetto di estrazione dell’oro su cinque si rivela redditizio nel corso del suo ciclo di vita. I costi principali (manodopera, energia, attrezzature, conformità alle normative e bonifica) sono prevedibili con largo anticipo. La perdita di valore riguarda principalmente l’usura ordinaria dei macchinari o l’esaurimento delle riserve. La principale incertezza a breve-medio termine è spesso rappresentata dal prezzo di mercato dell’oro stesso, notoriamente stabile. Inoltre, quasi tutti questi costi di produzione possono essere efficacemente coperti.
Al contrario, il mining di Bitcoin è molto più dinamico e imprevedibile. I ricavi delle aziende dipendono non solo dal prezzo di mercato relativamente volatile di Bitcoin, ma anche dalla loro quota di hash rate globale (cioè dalla concorrenza globale). Se altri espandono le proprie operazioni più rapidamente, il tuo output relativo può diminuire anche se le tue operazioni di mining non cambiano. È una variazione continua che gli operatori devono tenere in considerazione.
Pertanto, la prima differenza è che, diversamente dell’estrazione dell’oro, dove le previsioni di produzione sono abbastanza stabili, i miner di Bitcoin affrontano una maggiore incertezza derivante dal fatto che la loro produzione dipende dall’ingresso, dall’uscita e dalle strategie di altri operatori del settore.
Uno dei costi più importanti per le aziende di mining di Bitcoin è la perdita di valore, e in particolare la perdita di valore delle macchine ASIC. L’efficienza dei chip delle macchine per il mining di Bitcoin continua a migliorare rapidamente, spingendo le aziende ad aggiornarsi per rimanere competitive, molto prima che tali apparecchiature si usurino naturalmente. Ciò significa che la perdita di valore è legata al progresso tecnologico piuttosto che al deterioramento fisico. Si tratta di una spesa importante, anche se non monetaria, e segna una distinzione fondamentale rispetto all’oro, dove le attrezzature minerarie rimangono utili più a lungo, avendo già raggiunto gran parte dei miglioramenti possibili in termini di efficienza.
L’effetto combinato dell’evoluzione della produzione di Bitcoin come risultato della concorrenza nel settore e dei brevi cicli di perdita di valore è una pressione costante a reinvestire in nuovo hardware per mantenere i livelli di produzione. Questa situazione viene spesso definita dai professionisti come “circolo vizioso degli ASIC”.Un’altra differenza fondamentale, stavolta positiva, riguarda la struttura dei ricavi. I minatori d’oro guadagnano solo estraendo e vendendo le riserve non ancora sfruttate. I miner di Bitcoin, invece, guadagnano sia tramite l’estrazione di nuova offerta non ancora emessa, sia tramite le commissioni di transazione. Le commissioni di transazione rappresentano una fonte di ricavo derivante dall’offerta già in circolazione, che varia in base alla domanda di trasferimento di Bitcoin. Con l’avvicinarsi all’offerta massima di 21 milioni di Bitcoin, le commissioni diventeranno un flusso di entrate sempre più importante, una dinamica che i minatori d’oro non hanno.
Infine, un vantaggio principalmente a lungo termine del mining di Bitcoin è la possibilità di riutilizzare un sottoprodotto delle operazioni: il calore. Il passaggio dell’elettricità attraverso le macchine genera una notevole quantità di energia termica, che può essere raccolta e reindirizzata per usi secondari, come i processi industriali, l’agricoltura in serra o il riscaldamento residenziale e urbano. Si aprono quindi flussi di introiti completamente nuovi. L’impatto del riutilizzo del calore è destinato a crescere con la standardizzazione delle macchine per il mining e l’allungamento dei tempi di deprezzamento. Anche i minatori d’oro possono beneficiare di sottoprodotti come l’argento o lo zinco, elementi che vengono normalmente identificati nella fase di pianificazione del progetto e considerati come un modo per ridurre i costi di estrazione dell’oro.
Il mining di Bitcoin offre un futuro più promettente per l’ambiente rispetto all’estrazione dell’oro
È ben noto che l’estrazione dell’oro è, per natura, estrattiva e lascia un’impronta fisica duratura: deforestazione, contaminazione delle acque, bacini di decantazione e distruzione degli ecosistemi. In molte regioni, inoltre, solleva preoccupazioni in merito ai diritti fondiari e alla sicurezza dei lavoratori.
Il mining di Bitcoin, al contrato, non è fisicamente estrattivo e dipende esclusivamente dall’elettricità. Ciò apre la strada verso l’integrazione, e non il conflitto, con le infrastrutture locali. Dato che i miner possono spostarsi ed essere interrotti, possono fungere da stabilizzatori della rete e monetizzare fonti di energia altrimenti sprecate o in eccesso, come il gas di torcia, l’energia idroelettrica in eccesso o l’energia eolica e solare inutilizzata.
In pochi sanno che il mining di Bitcoin è promettente anche per sostenere l’energia pulita e giustificare la connessione alla rete. Collocandosi vicino a impianti di energia rinnovabile o nucleare, i miner possono migliorare l’economia dei progetti prima della connessione alla rete, senza dipendere da sussidi pubblici.
Infine, sebbene ormai ben documentato, vale la pena ricordare che, rispetto alle industrie tradizionali, le emissioni di carbonio di Bitcoin sono in media più basse e trasparenti. Si può persino sostenere che il mining sia necessario per una transizione efficace verso reti elettriche a forte presenza di rinnovabili.
Cicli più rapidi e un approccio tecnologico caratterizzano i profili di investimento del mining di Bitcoin
Entrambe le industrie sono cicliche e sensibili al prezzo dell’asset che producono, ma mentre i minatori d’oro operano su orizzonti temporali di più anni, i miner di Bitcoin possono aumentare o ridurre rapidamente le operazioni in risposta alle condizioni di mercato. Ciò rende il mining di Bitcoin più flessibile, ma anche più volatile.
Le aziende di mining di Bitcoin quotate in borsa tendono a negoziare come titoli tecnologici ad alto beta, in quanto sono sensibili sia al prezzo di Bitcoin, sia agli umori del mercato. Diversi fornitori di dati di mercato classificano infatti i miner di Bitcoin quotati in borsa nel settore tecnologico, e non in settori tradizionali come quello energetico o delle materie prime.
Le aziende di estrazione dell’oro, invece, sono più consolidate e spesso usano strumenti di copertura per la produzione futura, il che può attenuare l’esposizione alle variazioni del prezzo dell’oro. Sono solitamente classificate nel settore delle materie prime e valutate come produttori tradizionali di materie prime.
Anche la raccolta di capitale è diversa. Solitamente i minatori d’oro raccolgono capitali sulla base delle riserve stimate e dei piani di estrazione a lungo termine. I miner di Bitcoin, invece, raccolgono capitali in modo più opportunistico – di recente, spesso tramite l’emissione di azioni in forma diretta o convertibile – per finanziare aggiornamenti rapidi dell’hardware o l’espansione dei centri di elaborazione dati. Di conseguenza, dipendono maggiormente dagli umori del mercato e dalla tempistica dei cicli, oltre ad avere cicli di reinvestimento più brevi.
Il mining di Bitcoin offre esposizione all’energia, al calcolo computazionale e alle reti finanziarie del futuro
Nel lungo periodo oro e Bitcoin potrebbero convergere per svolgere ruoli macroeconomici simili, ma i loro ecosistemi produttivi sono strutturalmente diversi. L’estrazione dell’oro è più lenta, fisica e comporta un esaurimento delle risorse. Il mining di Bitcoin è più rapido, modulare e destinato a integrarsi sempre di più con i moderni sistemi energetici.
Ciò significa che, per gli investitori, i miner di Bitcoin non sono il corrispettivo digitale perfetto dei minatori d’oro, ma rappresentano piuttosto una nuova classe di infrastrutture ad alta intensità di capitale che unisce l’esposizione ai cicli delle materie prime, ai mercati energetici e all’innovazione tecnologica. Coloro che investono con un approccio a lungo termine dovrebbero considerarli come una classe di asset emergente, distinta e con fondamenti unici, specialmente alla luce dell’aumento dell’importanza delle commissioni di transazione e l’evoluzione delle partnership energetiche.
Riteniamo che comprendere queste sfumature sia essenziale per prendere decisioni d’investimento informate all’interno del sistema finanziario distribuito verso cui la società si sta orientando.
Come investimento, i miner di Bitcoin offrono esposizione alla scarsità, ma anche l’opportunità di partecipare alla crescita delle infrastrutture dei centri di elaborazione dati, dei mercati energetici e della monetizzazione della potenza di calcolo, una combinazione che l’estrazione tradizionale non offre.