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Perché Bitcoin è resiliente?

Timer8 minuti di lettura

Quando Bitcoin è stato lanciato nel 2009 era principalmente un hobby per i primi interessati della scena tecnologica, incuriositi da quello che Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo del fondatore, ha definito “un sistema di monete elettroniche peer-to-peer”. Con il passare degli anni, il riconoscimento di Bitcoin è cresciuto, sia come asset che come mezzo di scambio, fino ad essere riconosciuto come un potenziale rivale dell’oro dai principali operatori finanziari, tra cui il presidente della Federal Reserve Jerome Powell e la principale banca di investimento Goldman Sachs. In questo articolo analizziamo perché le persone hanno la tendenza a fidarsi della criptovaluta originale.  

 

Architettura di Bitcoin

A differenza delle istituzioni finanziarie tradizionali come le banche, Nakamoto ha concepito Bitcoin come una rete decentralizzata, che non è controllata da un’unica entità. Si basa invece su un meccanismo di consenso conosciuto come “proof of work” per convalidare le transazioni e mantenere i registri.

I nodi, ovvero computer situati in tutto il mondo, eseguono il software che supporta la blockchain su cui si basa Bitcoin. I miner concorrono tra loro per risolvere complessi problemi matematici, che richiedono grandi quantità di potenza di calcolo, per ottenere il diritto di elaborare le transazioni e aggiungere nuovi blocchi alla catena. In cambio, ricevono ricompense sotto forma di Bitcoin appena coniati. Dopo l’ultimo halving ad aprile 2024, queste ricompense del blocco valgono 3,125 btc (equivalenti a 314.000 dollari a dicembre 2024). Un gruppo separato di partecipanti, chiamati nodi completi, memorizza l’intera blockchain ed è responsabile di impedire la doppia spesa di Bitcoin.

A proteggere la rete esiste il meccanismo di consenso. Se un malintenzionato volesse modificare una transazione già registrata sulla blockchain, avrebbe bisogno di controllare il 51% della potenza di calcolo dell’intera rete, un’operazione comunemente nota come “attacco al 51%”. Tuttavia, il costo di un attacco simile – quasi 2 milioni di dollari all’ora a dicembre 2024 – lo rende un’ipotesi altamente improbabile.  

Persino uno Stato farebbe fatica a compromettere Bitcoin. I ricercatori hanno condotto un esperimento mentale per capire in che modo un Paese potrebbe attaccare la rete costruendo i propri impianti di mining con circuiti integrati specifici per le applicazioni (ASIC). I risultati, pubblicati a febbraio 2024, hanno concluso che non sarebbe fattibile sotto il profilo economico. I ricercatori hanno stimato che l’installazione di un numero sufficiente di impianti (supponendo che sia disponibile un numero sufficiente di chip) costerebbe più di 20 miliardi di dollari, calcolati sulla base di 40 milioni di unità a 500 dollari l’una. Inoltre, l’attacco costerebbe quasi 8 milioni di dollari all’ora, per via della quantità di potenza di calcolo introdotta in rete dai nuovi impianti.  

 

Scarsità di Bitcoin

Una delle caratteristiche principali di Bitcoin è la scarsità, a differenza delle valute fiat, che le banche centrali possono stampare a volontà. Nakamoto ha limitato l’offerta massima a 21 milioni per rendere Bitcoin resistente all’inflazione, cosa che sembra aver funzionato: infatti, il tasso di inflazione di Bitcoin si è attestato all’1,7% a dicembre 2024. Alla stessa data, erano in circolazione 19,79 milioni di btc, il 94% del totale.

Nakamoto ha progettato due meccanismi per preservare questa scarsità. La prima è l’immissione graduale di nuove monete in circolazione attraverso le ricompense del blocco. L’altra consiste nel ridurre queste ricompense del 50% ogni volta che il protocollo produce 210.000 blocchi, il che richiede circa quattro anni. La comunità delle criptovalute si riferisce a questi eventi come halving, “dimezzamenti”, e sono molto attesi a causa dell’impatto sul prezzo di Bitcoin in passato. Il primo halving è avvenuto nel novembre 2012, quando Bitcoin valeva circa 12 dollari e la ricompensa del blocco è scesa da 50 a 25 btc. L’halving avvenuto ad aprile 2024 è stato il quarto, mentre l’ultima moneta dovrebbe essere estratta nel 2140.

L’ampiezza del mercato valutario globale mette in prospettiva la scarsità di Bitcoin. Una ricerca condotta da CoinShares per prevedere il valore futuro di Bitcoin in base alla sua adozione come mezzo di scambio suggerisce che molto probabilmente raggiungerà una quota di mercato del 3,5% entro il 2039. Se questo fosse corretto, il risultato rappresenterebbe un notevole progresso in un arco di tempo relativamente breve e avrebbe un conseguente impatto sul prezzo di Bitcoin. A ogni modo, le valute fiat continuerebbero a dominare con un considerevole distacco. 

 

Bitcoin dà fiducia

L’oro ha svolto un ruolo importante nel sistema finanziario globale, soprattutto quando i Paesi, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, hanno legato il valore delle loro valute a esso, un meccanismo noto come sistema aureo. Il metallo giallo è anche tradizionalmente un bene rifugio, che gli investitori conservano durante i periodi di fluttuazione del mercato causati dall’incertezza geopolitica o dall’instabilità economica, perché tende a mantenere invariato il suo potere d’acquisto.

La scarsità di Bitcoin ha creato una tendenza a paragonarlo all’oro e ha alimentato la narrativa che lo vede come oro digitale, perché i due asset condividono diverse caratteristiche:   

  • Durata: la rete Bitcoin ha un uptime (ossia, è rimasta online senza interruzioni) del 99,98% da quando Nakamoto ha estratto il primo blocco.

  • Divisibilità: il taglio più piccolo del Bitcoin è il satoshi, che vale un centomilionesimo di Bitcoin.

  • Portabilità: Bitcoin è facile da portare con sé perché è memorizzato in un portafoglio digitale.

In termini di divisibilità e portabilità, si potrebbe addirittura sostenere che Bitcoin sia un bene rifugio più efficiente dell’oro.

I beni rifugio fungono anche da copertura contro l’inflazione, sia per gli investitori, sia per i privati. Non è un caso che l’inflazione in Nigeria, al secondo posto nell’ultimo indice di adozione di Bitcoin pubblicato da Chainalysis, si sia aggirata intorno al 30% per la maggior parte del 2024. Altri Paesi che hanno registrato un’inflazione elevata, tra cui la Turchia, l’Argentina e il Venezuela, figurano trai i primi 20.

Infine, Bitcoin offre un grado di trasparenza senza precedenti rispetto alle istituzioni finanziarie tradizionali. La blockchain è visibile pubblicamente, il che significa che chiunque può visualizzare l’intero registro. Esploratori come Blockchain.com mostrano le transazioni in diretta e un resoconto degli ultimi blocchi aggiunti alla catena. La blockchain fornisce anche una pista di controllo per eventuali audit. Ad esempio, quando si verifica una violazione, gli investigatori possono tracciare il movimento delle monete tra i portafogli, anche se non possono identificare direttamente l’autore, a causa dello pseudo-anonimato di Bitcoin, un’altra caratteristica unica.

 

Riassumendo

Il Bitcoin è resiliente per diversi motivi.

In primo luogo, è decentralizzato. Il software della blockchain è gestito da più nodi situati in tutto il mondo. Si basa su un meccanismo di consenso chiamato proof of work per convalidare le transazioni, il quale prevede che i miner consumino grandi quantità di potenza di calcolo per risolvere equazioni complesse. Il costo di questa potenza rende proibitivo l’hacking della rete.

Bitcoin è anche scarso. Nakamoto ha fissato un tetto massimo di 21 milioni di unità e ha ideato due meccanismi, le ricompense del blocco e gli halving, “dimezzamenti” regolari, per preservarne la scarsità.

La fiducia è parte integrante di Bitcoin. Gli investitori e la gente comune lo considerano un bene rifugio, data la sua somiglianza con l’oro, e parallelamente la blockchain offre una trasparenza senza precedenti, consentendo a chiunque di visualizzare la registrazione di ogni transazione.

Scritto da
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Pubblicato il09 Gen 2025

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